La così tanto attesa ripresa delle attività che fino a 14 mesi fa erano la consuetudine pare, finalmente, essere più vicina. L’obiettivo del Governo di somministrare, a regime, 500.000 vaccini al giorno dalla seconda metà di aprile da spazio alla speranza di un ritorno alla normalità. In realtà nel weekend pasquale quel numero è stato decisamente inferiore e lontano dall’essere avvicinato. Occorrerà dunque recuperare per poter preservare almeno il dato medio. Alcune regioni poi sono più indietro di altre, come ha ricordato il Presidente del Consiglio, con percentuali di dosi somministrate rispetto alla disponibilità inferiore al 70%.
Oggi la data fissata per una possibile, reale, ripresa di tutte le attività, compresa la riapertura di bar e ristoranti è il 25 giugno. Una dato che emerge da uno studio firmato da ISPI – Istituto per gli Studi di Politica Internazionale – e diffuso da Dataroom lo spazio informativo sul Corriere della Sera firmato da Milena Gabanelli.
Tenendo conto di una serie di modelli matematici e delle previsioni sulle capacità di approvvigionamento dei vaccini Pfizer, Moderna, AstraZeneca e Johnson & Johnson, oltre al rispetto dei termini di consegna, sarà possibile vaccinare oltre la metà della popolazione. Quello che conta è procedere con campagne rivolte alle categorie fragili e più a rischio per poter raggiungere percentuali di letalità simili a quelli dell’influenza. Significherebbe far calare del 65% il numero di ospedalizzazioni e l’occupazione delle terapie intensive del 75%, rispetto ai dati di metà marzo.
Nel secondo possibile scenario, nel caso in cui non dovessero arrivare le 52 milioni di dosi previste tra aprile e giugno, per raggiungere la stessa letalità dell’influenza si dovrà attendere la metà di agosto.
Resta un dato certo. Dopo l’estate, nel mese di settembre, molte delle attività ferme da oltre un anno – eventi in presenza, convegni, fiere – potrebbero riprendere. E infatti i calendari si stanno popolando di appuntamenti schedulati in autunno, forse con un pizzico di fiducia e con una grande dose di speranza.
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